DELPHI 2002
L'innovazione tecnologica nella crescita del paese

La rete un'opportunità senza esclusioni

L'Aquila 1 marzo - La maturazione dell'innovazione in Italia porterà molte opportunità, ma anche con rischi di barriere all'accesso che vanno individuati e neutralizzati. È quanto emerge dalla ricerca previsionale Delphi 2002 l'innovazione tecnologica nella crescita del Paese - realizzata da S3 Studium e in collaborazione con Aspen Institute Italia per conto di Telecom Italia Lab e presentata oggi a L'Aquila.

Dopo Internet non ci saranno altre rivoluzioni ma si assisterà a una fase di maturazione non lineare: le nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione tendono a differenziare il corpo sociale rendendolo meno omogeneo. Quanto è alto il rischio di esclusione per anziani e fasce a basso reddito, e quanto il digital divide a livello mondiale allargherà ancora di più la forbice tra ricchi e poveri del mondo? La preoccupazione espressa ieri dal documento Vaticano Etica in Internet ha suscitato anche qui a l'Aquila, tra i relatori che i relatori che discutono sull'impatto dell'innovazione tecnologica in Italia, una serie di reazioni di vario segno. "Ogni grande innovazione tecnologica" - asserisce il sociologo Domenico De Masi - "in una prima fase giova sicuramente ai privilegiati. Io sono nato in un paese dove, durante la mia prima infanzia, il telefono era in una sola casa, quella del più ricco. Oggi il telefono è quasi in tutte le case. Il problema, dunque, non riguarda la concentrazione di opportunità, che sempre accompagna la nascita di una nuova tecnologia, ma è la velocità con cui essa si diffonde". "L'innovazione tecnologica è certo il cuore della crescita" - sottolinea Giacomo Vaciago docente di Politica Economica presso l'Università Cattolica di Milano - "ma, ovviamente, se include alcuni e ne esclude altri la crescita non si accompagna ad equità. Bisogna allora, com'era in passato per la scuola dell'obbligo affinché i giovani imparassero a leggere e scrivere, che la capacità di accedere ad Internet diventi un obbligo. L'uso di Internet nella scuola deve diventare obbligatorio". Alcune perplessità sul documento vaticano vengono da Paolo Garonna, Direttore della Divisione Statistica delle Nazioni Unite: "Bisogna fare attenzione" - avverte Garonna - "se qualcuno dice che Internet crea il divario, o si sbaglia o è in malafede. Il divario pre-esiste e non è assolutamente provato che sia Internet a farlo crescere; sono preoccupato da appelli che sento, da parti diverse, indirizzati a favorire interventi pubblici per correggere lo squilibrio. Internet, infatti, è un fenomeno nato come espressione del privato e di massima libertà e non vorrei che il mondo della politica, e il Pubblico in senso lato, volessero prendersi una rivincita." "Bisogna certo stare attenti a interventi di regolamentazione" - concorda Tomaso Quattrin, già presidente di IBM Italia - "resta, però, importante la possibilità di creare nuovi strumenti di accesso a Internet e di sostenere il processo formativo in questa direzione. Ben vengano, quindi, gli interventi e i progetti del Ministro Stanca che intendono promuovere ad ampio raggio, in Italia e non solo, un accesso alla rete da strumenti 'facili' quali telefonino o televisione". I lavori, iniziati oggi alle 15.00 presso la Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli, si concluderanno domani pomeriggio alle 17.00.