Giuseppe O. Longo
Giuseppe O.Longo, docente di Teoria dell?Informazione all?Universit? di Trieste, ? intervenuto nel pomeriggio del 2 luglio con una conferenza su ?Il disorientamento nella cultura?.
Fino alla fine dell?800 sembrava che la scienza fosse in grado di risolvere tutti i problemi. Sembrava che, grazie alla connessione tra conoscenze nel campo della fisica e della chimica, si potesse raggiungere la verit?. Questa illusione ? entrata in crisi nel momento in cui piccole crepe nella cultura scientifica sono diventate ?buchi neri? che hanno destabilizzato, fino a far crollare definitivamente, le spiegazioni totalizzanti del mondo.
Le cause del disorientamento interne al mondo della scienza sono essenzialmente tre: la nascita della meccanica quantistica, l?avvento della teoria dell?informazione e lo sviluppo della scienza della complessit?. Con la meccanica quantistica soggetto e oggetto della conoscenza non sono pi? separabili: esiste un unico sistema che li lega in un processo di influenza reciproca. La teoria dell?informazione ha rovesciato il classico rapporto emittente/destinatario, collocando in quest?ultimo il senso dell?informazione trasmessa in uno scambio comunicativo. Infine, la scienza della complessit? stravolge il sistema di comprensione classico evidenziando una maggiore interconnessione tra le varie discipline. Il risultato di queste tre rivoluzioni ? la perdita di regole fisse, deterministiche e universali e il sopravvento di una visione indeterministica dell?universo.
Vi sono anche una serie di cause esterne del disorientamento. Innanzi tutto, lo sviluppo impetuoso e rapido della tecnologia impedisce alla scienza di tenere il passo: la scienza non ? in grado di spiegare i progressi tecnologici. Tra l?altro, l?uomo non avverte nemmeno il bisogno di una spiegazione, visto che la tecnologia presenta un mondo apparentemente semplice e di facile comprensione; ? per questo che non esiste una teoria di Internet, una teoria dei software, una teoria della biotecnologia ecc. Si tratta di semplici collage. In secondo luogo, la scienza si ? presentata, nei secoli precedenti, come chiave di lettura sostitutiva della visione religiosa del mondo, senza per? essere in grado di fornire risposte adeguate ai problemi a cui la religione dava una spiegazione. Ne ? derivato un senso di delusione. Infine, la scienza ha fallito nel processo di divulgazione delle sue teorie, essenzialmente per due motivi: perch? non ? democratica (richiede doti particolari e un esercizio costante) e perch? evita la divulgazione per salvarsi dalla contestazione, momento direttamente connesso al processo di comprensione dei paradigmi.
In conclusione emerge dal discorso di Longo il concetto di homo tecnologicus: esiste un?ibridazione continua tra uomo e macchine dell?informazione, per cui sta nascendo una nuova specie. Ai cambiamenti percettivi seguiranno cambiamenti culturali fino a raggiungere una vera e propria evoluzione biologica e genetica.