Fulvio Carmagnola

?Il corso del senso deve essere sospeso perch? il senso abbia luogo? (Nancy).
Con questa frase Carmagnola, noto studioso e docente di Estetica, tenta di chiarire quello che per secoli ? stato il compito dell?arte e, al tempo stesso, la crisi di questa idea di arte.
Quando parliamo di estetica facciamo riferimento ad un territorio intangibile, libero, dominato dal concetto di bellezza, da simboli, da immagini, tutto come attribuzione di senso, ibridazione, intrusione nel mondo della vita che produce in noi un fenomeno di disorientamento.
Il disorientamento ? il nostro modo di rapportarci all?estetica. Esistono due tipi di disorientamento: quello discontinuo che interrompe e sconvolge i nostri quadri di riferimento e il disorientamento come rumore di fondo che ci impedisce di trovare una direzione da seguire.
L?arte, considerata il regno per eccellenza dell?estetica, nella nuova concezione ha il compito di interrompere il senso, sbloccare le consuetudini, creare breakdown, affinch? qualcosa di nuovo possa essere prodotto. Tutto ci?, inevitabilmente, crea una sensazione di disorientamento, caratterizzata da uno stato di disordine dei frames e dalla ?perdita di dimestichezza?.
La fuoriuscita del bello dalla sua sede naturale, dal recinto in cui Kant l?aveva relegato ? all?origine, sottolinea Carmagnola, del disorientamento nell?estetica. Oggi il luogo principale della manifestazione del bello non ? pi? l?arte ma l?economia del simbolico, definito come ?la circostanza culturale per cui la fruizione di immagini passa dal piano espressivo libero al piano dei processi di mercificazione. E? questa un?economia che produce occasioni di senso e di significato.
Carmagnola si impone per un linguaggio lucido ma frammentato: la provocazione di alternare e far rincorrere tra loro concetti e immagini, in ordine sparso, rappresenta la modalit? necessaria per avvicinare il senso del disorientamento.


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