XVII Seminario d'Estate Ravello, 30 giugno - 3 luglio 2002Il DISORIENTAMENTO nella politica, nell'economia, nell'estetica,
nell'organizzazione, nella scienza
"La bizantina Ravello per una sera ti lascia guardare l'Oriente,
poi, di nuovo italiana, si chiude con le sue fontane"
Lettera di Theodor W. Adorno ad Alban Berg (1925)
Il nostro mondo è segnato da recinti che cadono. A partire da Galileo e da Cartesio, da Bacone e da Newton, avevamo suddiviso e misurato ogni cosa, segnando perimetri geopolitici ed economici per qualsiasi bene disponibile, dalla terra fino al cielo e al brevetto dell'uomo, con la mappatura del genoma. Tutto doveva essere misurabile, tutto doveva essere vendibile.
Poi, con l'avvento postindustriale, creatività e qualità hanno cominciato a soppiantare la metrica che avevamo tentato di imporre alla vita. Agli inizi del Novecento Freud scompaginò la psicologia con L'interpretazione dei sogni, Einstein scompaginò la fisica con la teoria della relatività, Picasso scompaginò la pittura con Les demoiselles d'Avignon, Strawinskij scompaginò la musica con La saga della primavera, Le Corbusier scompaginò l'architettura con il Modello Domino, Joyce scompaginò la letteratura con l'Ulisse. Da allora nessun nuovo paradigma ha rimpiazzato con altrettanta autorevolezza quelli classici che perdevano mordente. Distrutti i punti cardinali della vita tradizionale, restava il disorientamento.
A questo punto il bivio che si pone è tra un nuovo Rinascimento oppure un'epoca opaca. Dipende da come sapremo bilanciare la commercializzazione della cultura, e quindi della vita, e il mantenimento di spazi non mercificabili, riservati all'introspezione, all'amicizia, al gioco, all'amore, alla bellezza, alla convivialità.
La scienza e la tecnica del XIX secolo hanno offerto all'uomo protesi portentose per allungare la vita, debellare il dolore, combattere la fatica, lo stress e la miseria. Ma, in mancanza di validi criteri per inquadrare e governare le innovazioni, la confusione, invece di ridursi, è progressivamente aumentata. "Sono disorientato" è l'affermazione che più frequentemente si ascolta: disorientati su cosa sia bene e cosa sia male, su cosa sia vita e cosa sia morte, su cosa sia bello e cosa sia brutto. Ci tocca dunque vivere in una confusione crescente o è possibile piantare nuovi paletti per il nostro umano itinerario di viandanti del terzo millennio?
Il XII secolo - il "secolo gaio", come lo ha chiamato Le Goff - inaugurò il mulino ad acqua e gli occhiali, la polvere da sparo e la stampa, il timone e la bardatura moderna dei cavalli. Soprattutto orientò i naviganti verso mitici approdi, donando loro la bussola. L'invenzione di questo strumento, semplice e rivoluzionario al tempo stesso, è attribuita a Flavio Gioia, di Amalfi. E' perciò significativo che nello stesso luogo soave e appartato, nella Ravello che al "secolo gaio" improntò la sua bellezza, si svolga il XVII Seminario d'estate dedicato appunto al disorientamento nella politica, nell'economia, nell'estetica, nella scienza. Con la speranza di intravedere nuove stelle polari, di abbozzare nuove bussole con cui ri-orientarci.
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